Perchè le aziende non riescono a cambiare? L’effetto Bystander.

All’interno di un’azienda spesso ci capita di vedere situazioni, scelte, abitudini che consideriamo sbagliate. Abbiamo tutti partecipato a discussioni da bar nelle quali tutti si lamentano e le soluzioni sembrano ovvie. Spesso sappiamo che saremmo in grado di migliorare un processo all’interno della nostra struttura, che potremmo affrontare un problema che è stato dimenticato per troppo tempo, che potremmo portare alla luce comportamenti negativi per l’azienda.

Perché è così difficile reagire e mettersi in gioco in prima persona?

Gli errori di pianificazione: Planning Fallacy

La pianificazione delle attività è un argomento molto delicato nelle aziende. Il tempo pianificato per svolgere un’attività deve spesso essere prolungato per i più svariati motivi. Viene da chiedersi se cause di questi ritardi si possono sempre imputare solo a situazioni esterne. La risposta ovviamente è no, numerosi esperimenti hanno verificato quanto questo tipo di errore è comune.

La teoria dei fattori igienici e motivanti di Herzberg (Soddisfazione e motivazione nel luogo di lavoro)

Herzberg nel 1959 pubblicò uno studio dove analizzava le risposte dei lavoratori su sentimenti positivi e negativi nell’ambito dell’ambiente lavorativo.

Secondo le sue ricerche i principali fattori che portavano a sentimenti positivi riguardavano il lavoro in se, mentre quelli negativi erano più legati all’ambiente lavorativo.

La devianza sul luogo di lavoro

La devianza sul posto di lavoro è un comportamento volontario che viola significative norme organizzative e così facendo minaccia il benessere di un’organizzazione, i suoi membri, o di entrambi. Inoltre, entrambi implicitamente ed esplicitamente vedono devianza come una forma di cattiva condotta (Robinson e Bennett – 1995).

Questo è un problema diffuso che causa un’enorme perdita finanziaria (Greenberg 1997; Murphy 1993; Vardi e Weitz 2004). I dipendenti che subiscono comportamenti devianti sul di posto di lavoro hanno più probabilità di cambiare lavoro, hanno problemi di stress, diminuzione della produttività, scarsa motivazione, perdita tempo di lavoro, autostima, aumento della paura e insicurezza sul posto di lavoro, e dolore psicologico e fisico.

Locus of Control e Motivazione

Le persone con Locus of Control esterno sono convinte che gli eventi esterni abbiano una forte influenza sulla loro vita professionale e personale. L’influenza di fortuna, fattori imponderabili, altre persone, viene percepita come la causa maggiore delle cose che capitano. Viceversa, le persone con Locus of Control interno hanno la convinzione di poter influenzare gli eventi che li riguardano.

Internet Marketing in cosa è diverso dal marketing di massa? Il Manifesto Cluetrain.

“È cominciata a livello mondiale una conversazione importante. Attraverso Internet, le persone stanno scoprendo e inventando nuovi modi di condividere le conoscenze con incredibile rapidità. Come diretta conseguenza, i mercati stanno diventando più intelligenti e più veloci della maggior parte delle aziende.”

I mercati sono conversazioni: questa è l’idea principale del libro, il lavoro afferma che Internet è diverso da media tradizionali utilizzati nel marketing di massa in quanto consente conversazioni tra i consumatori e tra consumatori e aziende, che hanno lo scopo di trasformare le pratiche di business tradizionali.
Internet permette ti riportare le valutazioni, la contrattazione, la reputazione e la condivisione su mercati che erano diventati asettici.

Qual’è il costo nascosto della disoccupazione ?

In questo periodo di crisi l’aumento della disoccupazione è un fenomeno che viene trattato spesso. Vengono però presi in considerazione solo gli effetti economici della mancanza di lavoro sugli individui.

Il problema è solo economico o ci sono altri risvolti che stiamo evitando di vedere ?

Il modello deprivazione latente di Jahoda suggerisce che l’occupazione abbia effetti psicologici positivi sull’individuo e la sua mancanza provoca effetti negativi su vari fronti.

Come prendere le decisioni all’interno di un’organizzazione.

Nelle organizzazioni un aspetto molto difficile da valutare riguarda i processi decisionali. Sia nel caso di decisori singoli che nel caso di gruppi, prendere la decisione corretta è molto complesso. La definizione del problema, le alternative, la modalità di valutazione, i limiti e gli errori dei decisori, ci spingono verso decisioni non sempre ottimali.

In un precedente post avevo parlato della razionalità nelle decisioni (Processo di vendita e razionalità nelle decisioni: La Teoria del Prospetto – https://culturainimpresa.wordpress.com/2014/03/16/processo-di-vendita-e-razionalita-nelle-decisioni-la-teoria-del-prospetto/). L’argomento dei modelli decisionali è però molto vasto, a partire da Paul Wasserman (Decision Making: An annotated bibliography, 1958) e W.J. Gore (A bibliographic essay on decision making, 1959), ci sono stati diversi tentativi di costruirne una panoramica completa (http://dspace.mit.edu/bitstream/handle/1721.1/49226/theoriesofdecisi00ande.pdf?s).

Motivazione e lavoro. L’importanza di compito, organizzazione e obiettivi.

Le aziende sono sempre alla ricerca di avere collaboratori motivati, sembra però che i risultati non siano confortanti. Diversi studi hanno dimostrato che la percentuale di dipendenti motivati è molto bassa. In periodi di elevata disoccupazione e maggiore incertezza nei mercati finanziari mondiali, molti dipendenti si sentono bloccati nel loro lavoro, incapaci di trovare o troppo impauriti per accettare un’alternativa alla posizione attuale.

Prestazioni di singoli e gruppi a confronto. Quando il gruppo è più efficiente ?

Chi, trovandosi in un team dedicato alla soluzione di un problema, non ha almeno una volta pensato a quanto poco produttivo possa essere l’approccio di gruppo ?

Quando dunque è conveniente il lavoro di gruppo e quando dovremmo preferire l’approccio individuale (basandoci solo sulla produttività e tralasciando continuità, vantaggi organizzativi, controllo sulle persone e sul risultato)?

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